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PERSONE-RADIO Appunti per il riconoscimento di sorgenti radiofoniche in vita

di Matteo Frasca

31 dicembre 2021
E dunque perché persone-radio? Cosa hanno da comunicare, da “mettere in comune”?
Amano farsi ascoltare, perché all’interno di spazi e tempi diversi, sono interessate a condividere con l’altro ciò che desiderano, spesso, mentre lo stanno desiderando. Non hanno voglia di trasmettere messaggi univoci, granitici, definiti da mittente a destinatario. Amano essere onde in movimento, mutabili, permeabili. Ogni messaggio contiene aria e acqua. Entra ovunque, negli organi porosi di chi vive, che sia testo o sotto-testo, filtra nelle orecchie di chi impara ad ascoltare, come suono, parola, musica, silenzio.

Archivio articoli mensili

Articoli su varie tematiche dei mesi precedenti

La composizione e l’analisi musicale con bambini, adolescenti, docenti.

di Emanuele Pappalardo

31 Ottobre 2021
Il tema della formazione è assolutamente centrale e deve essere affrontato con urgenza e serietà perché siamo immersi in una vera e propria ‘mutazione antropologica’ (Serres 2013). Emerge ormai con chiarezza lo iato esistente tra le competenze che hanno i bambini, gli adolescenti e le competenze che posseggono i loro insegnanti.
È forse la prima volta nella storia dell’umanità in cui la generazione successiva insegna qualcosa alla generazione precedente (Novara 2017, p.9).

La voce è il cerchio ed il cerchio è la voce.

di Albert Hera

31 Ottobre 2021

Bisogna sapere che ogni qual volta si canta e ogni qual volta si parla il primo cerchio che si va creando è quello che combacia con noi stessi. Per questo, quando si parla di comprensione e di capacità di gestire una relazione didattica e pedagogica con i nostri discenti, è importante conoscersi appieno e nell’intimo affinché si possa costruire una didattica in cui quest’ultimo, ovvero il cerchio, che si trova fuori di te, possa accogliere le tue risorse.

Ambienti in ascolto. Il suono per l’educazione ai luoghi.

di Carlotta Silano, con Lorena Rocca, Martino Mocchi

30 Settembre 2021
Ed è il silenzio a risultare un punto di partenza fondamentale per questo gesto. Proprio il silenzio, come atto consapevole e creativo, come spazio sfidante in cui cercare buone pratiche di apprendimento, è stato oggetto della prima parte di questo percorso.

Il confine della tradizione. Demolizione e costruzione di un universo sonoro.

di Gabriele Marangoni

31 Agosto 2021
Mi piace l’idea di iniziare questo articolo con la descrizione di un’immagine, che nel mio vissuto d’insegnamento assume una valenza molto importante, l’immagine del confine.
Questa immagine, questa posizione dell’essere è accompagnata da un gioco di equilibri, di demolizioni e di ricostruzioni che ha riguardato sia chi ha avuto il ruolo di insegnare, sia chi ha avuto il ruolo di apprendere.

Il docente sufficientemente buono

di Piera Bagnus

31 Luglio 2021
Da anni mi dedico allo studio della relazione docente-discente cercando di metterne in luce l’evoluzione, alla luce dei cambiamenti sociali che hanno segnato l’ultimo secolo. In questa prospettiva intendo analizzare la relazione docente-allievo rileggendo le teorie di Winnicott e Bowlby in chiave pedagogica, ovvero considerando in quale modo i caratteri riconosciuti alla madre sufficientemente buona ed al suo ruolo di base sicura possano trovare riscontro nella postura di un docente efficace, che si muove con consapevolezza all’interno di una particolarissima area transizionale.

La didattica reticolare MusicaInGioco e “El Sistema” Abreu

di Andrea Gargiulo

31 dicembre 2020
«Alla parola “programmazione” corrisponde storicamente un’idea di sapere che procede in modo lineare, secondo tappe di difficoltà crescente, che mettono l’allievo di fronte a difficoltà via via superabili, e che lo portano a raggiungere traguardi successivi e consequenziali, come progressivo e sequenziale è il percorso didattico che viene proposto […] ben diversa è l’immagine sottesa alla parola “progettazione”, in cui sono messe in primo piano le relazioni che legano i concetti, assunti non più come nozioni da acquisire, ma come punti interconnessi reciprocamente all’interno di una struttura reticolare che può essere esplorata secondo criteri personali»

Riflessioni e prospettive su disturbi specifici dell’apprendimento e musica.

di Elisabetta Piras

31 Ottobre 2020
il riconoscimento dei DSA sia da un punto di vista scientifico che istituzionale offre una grande opportunità di realizzazione scolastica, che sino a non troppi anni fa era negata e impensabile.
La musica può offrire un ottimo supporto in questo senso, oltre che un esempio di motivazione profonda, quella che spinge a superare ogni tipo di ostacolo.

Il Suono viaggia

di Federica Felici

30 Settembre 2020
Ho a lungo peregrinato su cammini non sempre adeguati alla mia personalità ed alle mie attitudini; tante sono state le avventure vissute con intensità, tante quanta la miriade di pietre poste ad arte per la costruzione del proprio “muretto a secco”.
Ripensando alla propria storia, credo che ogni individuo ne abbia edificato uno tutto suo, raffigurante un disegno speciale e incomparabile, a cui sa di poter far sempre riferimento, forse crollato più volte per non aver nel corso del tempo saputo scegliere e calibrare con cura ed attenzione i ciottoli ed i sassi giusti, quelli più adatti per quel particolare momento di vita.
Nella mia memoria quest’ingegnosa opera, frutto di pazienza, capacità e sapienza, spesso riflette una luce abbacinante, tutta mediterranea….

Una didattica della condivisione

di Elio Martusciello

31 agosto 2020
L’attività artistica e quindi compositiva credo si caratterizzi per un altissimo grado di indeterminazione, forse si tratta più di un “senso” da generare che una “verità” da ricercare. Se a questo si aggiunge l’apertura e l’accelerazione ulteriore che il continuo mutamento tecnologico impone all’attività del compositore elettroacustico, allora direi che i saperi che vengono a determinarsi in maniera fondativa si riducono al “quasi niente”. Infine, se il quadro generale di questo “sapere dubbioso” non dovesse apparire a questo punto già notevolmente compromesso, confuso, opaco e instabile si può aggiungere, per complicare ulteriormente l’intera questione, il mio interesse per le pratiche improvvisative connesse alle tecnologie elettro-elettroniche.

Analisi e storia, non solo della musica, in prospettiva didattica

di Gian Nicola Spanu

31 luglio 2020
Molti, nel Novecento, hanno cercato di definire lo statuto, le finalità, gli ambiti applicativi ecc. dell’analisi musicale, elaborando svariati e differenti metodi e tecniche. Anche se forse chi pensava di mettere a punto uno strumento capace di “misurare” e “spiegare” la musica, in modo oggettivo e autonomo e, per certi versi, “definitivo” è rimasto deluso: la storia dell’analisi è fatta più dubbi che di certezze e forse proprio in questo relativismo, nel “rigore dello sfumato”, trova la sua ragion d’essere la libertà di osservare, da diverse angolazioni, prodotti e condotte musicali.

Pensieri disordinati sull’ascolto e sull’ascoltare.

di Fabrizio Casti

31 dicembre 2019
…e il silenzio si posa, un cambio netto e totale di clima, di atmosfera, dove tutto si posa, dove l’aria si addensa a fare spazio alle nostre forme restituendoci tattilmente i nostri confini corporali, dove gli odori si acuiscono e un silenzio quasi irreale irrompe sonoramente e si mostra in tutta la sua autorevolezza. In realtà chiamiamo silenzio non tanto l’assenza di elementi sonori ma la nostra improvvisa disposizione ”all’ascolto”, la certezza di essere cosi presenti a noi stessi da immaginarci potenti e autorevoli, in grado di…

La relazione Allievo-Maestro come spazio condiviso al servizio della creatività

di Stefania Cataudella

30 novembre 2019
In che modo nell’apprendimento della Musica la relazione Allievo-Maestro può rappresentare un luogo privilegiato che permetta all’Allievo di definire il suo percorso artistico? Quali le condizioni che liberano la creatività dell’Allievo che si affida al Maestro affinché le sue qualità artistiche, libere di esprimersi, possano prendere forma guidate ma non plasmate dal sapere del Maestro?
Per provare a dare delle risposte a queste domande, forse solo in apparenza semplici, mi sembra interessante intrecciare due saperi, quello della musica e della psicoanalisi, e ripercorrere brevemente la storia di entrambi, il cui legame è forte fin dalle origini.

La voce come sguardo sonoro: riflessioni sula vocalità

di Anna Seggi Corti

31 ottobre 2019
Raccolgo volentieri l’invito a condividere alcune considerazioni sulla mia esperienza di canto, in special modo di canto corale, consapevole di quanto le parole in questi casi tendano, per loro natura, a ritrarsi e a mostrare tutta la loro scarsa efficienza comunicativa! Del resto si parla di un fenomeno musicale così ineffabile, di un processo vivente che appartiene così profondamente al corpo da lasciarsi osservare poco volentieri, e tanto meno definire in maniera esaustiva.

Tra gesto e suono – corrispondenze, intrecci, relazioni alle origini della motricità strumentale.

di Donatella Bartolini

30 settembre 2019
A volte accade così. Ha 6 o 7 anni e, timoroso, entra per la prima volta nell’aula di strumento; la madre (più raramente il padre) lo accompagna. Rimasto solo, il bambino cerca una sistemazione che gli sembra adatta, una sedia laterale ad esempio. Evita accuratamente il panchetto del pianoforte: lui non sa suonare! Percepisce esattamente una distanza incolmabile tra quello che sa fare, gli piace fare ed è abituato a fare nella sua vita quotidiana, e il compito che lo aspetta. Se fosse completamente a suo agio non si siederebbe affatto, comincerebbe a esplorare la stanza (ci sono tante cose attraenti… strumenti, colori, tappeti, panchette per arrampicarsi e guardare dentro il pianoforte) e naturalmente ad “assaggiare” il pianoforte.

Lo studio si mette in gioco – L’approccio ludico come metodologia didattica ed educativa prova modifica

di Barbara Pitzanti

31 agosto 2019
Il valore educativo delle attività ludiche è universalmente riconosciuto e considerato in ambito pedagogico, soprattutto per quanto riguarda la primissima infanzia, ma ancora oggi Gioco e Studio vengono visti in antitesi, come se il gioco fosse semplicemente uno svago o addirittura una distrazione che porta via concentrazione e tempo allo studio, momento serio e responsabile.

Esplorazione e scoperta nell’improvvisazione sonora

di Rosa Alba Gambino

31 luglio 2019
Alcuni anni fa, durante un seminario, François Delalande raccontava un “esperimento” pedagogico svolto presso una scuola dell’infanzia. Protagonista era una bambina di quattro anni. Col pretesto della mamma in ritardo, fu invitata ad aspettarla in un’aula, dove fu lasciata da sola e osservata di nascosto. Al centro di quella stanza era stato posizionato un microfono, e agli angoli due amplificatori. La bambina, attratta dall’oggetto, vi si avvicinò e vi accostò la bocca, cominciando ad emettere crepitii, suoni, schiocchi di lingua, con la sorprendente soddisfazione di sentirli “ritornare” dalle casse.

Psicologia della musica

di Tomaso Vecchi

31 dicembre 2018
L’idea che la psicologia della musica possa essere considerata una funzione cognitiva a pieno titolo non è recente. Anzi, già all’inizio dell’ottocento, con le prime teorie della facoltà, lo sviluppo della frenologia, è possibile ritrovare le ipotesi secondo cui la musica fosse riconducibile a una specifica abilità cognitiva con un substrato neurale chiaramente identificabile.

Il viaggio del suono

di Sulis Giulio Giovanni

30 novembre 2018
L’orecchio umano è una macchina straordinaria perfettamente organizzata sia a livello periferico che centrale per la ricezione e decodificazione degli stimoli sonori. Esso si è evoluto nel tempo ed ha permesso al genere umano lo sviluppo di un linguaggio articolato, peculiarità unica tra gli esseri viventi e caratteristica dell’uomo.

La motivazione come motore di apprendimento per lo strumento

di Sara Bacchini

30 Settembre 2018

Negli ormai numerosi anni di insegnamento sparsi per le scuole (medie statali, medie ad indirizzo musicale, scuole di musica comunali e private) l’aspetto che maggiormente mi ha colpito e che ha attirato la mia attenzione di docente e ricercatrice è stato, senza alcun dubbio, la difficoltà rilevata in molti alunni e alunne di proseguire con una certa continuità il percorso scolastico legato all’apprendimento dello strumento.

Verso l’arte attraverso il corpo

di Annadora Scalone

31 Agosto 2018
Sono un’insegnante di danza e in quanto tale penso che la conoscenza, la crescita e lo sviluppo non possano avvenire se non attraverso l’esperienza fisica.

La musica… all’improvviso!

di Pietro Diambrini

31 Luglio 2018
Quando parliamo di didattica musicale si apre a noi un orizzonte di cui è molto difficile tracciare i confini.

…Perché l’uomo deve cantare!

Uno sguardo su alcuni dei sistemi coinvolti nella Funzionalità Vocale

di Maria Silvia Roveri

30 novembre 2017
L’uomo deve cantare, l’uomo vuole cantare, l’uomo canta da sempre.
Molti cantanti sono diventati tali perché il cantare è un bisogno esistenziale e vivono il cantare
come una questione di vita o di morte. Incontro tante persone che, raggiunta l’età della maturità, sentono di dover soddisfare il sogno, sempre lasciato nel cassetto, o represso brutalmente nella fanciullezza, di imparare a cantare. Per tutti costoro cantare equivale a iniziare una nuova vita, per alcuni significa nascere veramente solo ora alla vita.

Il paradosso dell’improvvisatore

di Sandro Mungianu

31 ottobre 2017
Per raggiungere qualsiasi luogo, prima è necessario arrivare a metà strada, poi percorrere metà della distanza rimanente, successivamente ancora, metà della metà della distanza appena percorsa, e così via all’infinito. Il movimento appare quindi impossibile.

Per una lezione che danza

di Donatella Martina Cabras

31 agosto 2017
Il linguaggio del corpo è quello attraverso il quale ci si manifesta al mondo.
Il corpo attraverso il movimento entra in relazione con l’ambiente e vive in un dialogo costante di reciproche modifiche e trasformazioni.